Carnevale

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"Carnevale a Roma", olio su tela di Johannes Lingelbach.

Il carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cattolica. I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l'uso del mascheramento.

Indice

[modifica] Origini e storia

Oinochoe raffigurante la sfilata di un gufo armato durante la celebrazione delle Antesterie (410–390 a.C.).

Benché presente tradizione cattolica, i caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origini in festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani. In dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente.[1] Il ciclo preso in considerazione, è in pratica, quello dell'anno solare.

Nel mondo antico il Navigium Isidis (carro navale di Iside), la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle "Metamorfosi" (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio[2]. Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale.[3] In Babilonia poco dopo l'equinozio primaverile veniva riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo. Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-creazione dell'universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk, il salvatore. Nel corteo c'era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande via della festa - simbolo della parte superiore dello Zodiaco- verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell'ordine sociale e morale.[4]

Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio Il Mito dell'Eterno Ritorno: "Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell’anno e nell’attesa del Nuovo Anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia"[5]. Più oltre Eliade afferma che "allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte (il caos primordiale è riattualizzato) e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi".[6] Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli Indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il "bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia".[7] Eliade scrive che " l'orgia è anch'essa una regressione nell' oscuro, una restaurazione del caos primordiale; in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate". [8]. L'autore aggiunge poi che "sul livello cosmologico l'orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l'orgia corrisponde al Grande Tempo, all'istante eterno, alla non - durata. La presenza dell'orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo, tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l'abolizione della Creazione. La confusione delle forme è illustrata dallo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.), dalla sospensione di tutte le norme, ecc. Lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari, ad altro non mirano che alla dissoluzione del mondo - la comunità è l'immagine del mondo - e alla restaurazione dell'illud tempus primordiale ("quel tempo", il Grande Tempo mitico e a - storico delle origini; N.d.R.), che è evidentemente il momento mitico del principio (caos) e della fine (diluvio universale o ekpyrosis, apocalisse). Il significato cosmologico dell'orgia carnevalesca di fine anno è confermato dal fatto che al caos segue sempre una nuova creazione del Cosmo"[9].

Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infera). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere " soprannaturale " rappresentato. Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi . “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi (Giappone, mondo germanico, ecc.), sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. In questo intervallo paradossale fra due tempi (= fra due Cosmi), diventa possibile la comunicazione tra vivi e morti, cioè fra forme realizzate e il preformale, il larvale.”[10] Alla fine il tempo e l'ordine del cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti (nuova Creazione) con un rituale comprendente la lettura di un "testamento" e il "funerale" del carnevale il quale spesso comporta il bruciamento del "Re carnevale" rappresentato da un fantoccio (altre volte l'immagine - simbolo del carnevale è annegata o decapitata). Tale cerimonia avviene in molte località italiane, europee ed extraeuropee (sulla morte rituale del carnevale si veda anche Il Ramo d'Oro di James George Frazer[11]). “La ripetizione simbolica della cosmogonia, che segue all’annientamento simbolico del mondo vecchio, rigenera il tempo nella sua totalità[12].

È interessante altresì notare che vari significati cosmologici del Carnevale erano presenti anche nel Samhain celtico.

Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate "trionfi" e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è il Trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio da Lorenzo il Magnifico. Nella Roma del governo papalino si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la "gara dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente.

La parola carnevale deriva dal latino "carnem levare" ("eliminare la carne") poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.[13]

Quanto all'etimologia, " il termine deriva da carne-(le)vare, con dissimilazione della seconda -r- in -l- , riferito alla vigilia della Quaresima giorno in cui era interdetto l'uso della carne "[14]. Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Calignano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400.[15]

Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda[16], il carnevale di Poggio Mirteto, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana[17] termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale".

Una tipica maschera carnevalesca di foggia veneziana

[modifica] Carnevali italiani

Carro allegorico del Carnevale di Viareggio
Battaglia delle Arance allo Storico Carnevale di Ivrea

Il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Viareggio, lo Storico Carnevale di Ivrea e in Sicilia il Carnevale di Sciacca e di Palazzolo Acreide sono considerati tra i più importanti al mondo. La loro fama, difatti, travalica i confini nazionali e sono in grado di attrarre turisti sia dall'Italia che dall'estero. Il Carnevale più lungo d'Italia è però quello di Putignano.

Uno dei carnevali più antichi d'Italia arrivato ai giorni nostri è il Carnevale di Verona, risalente al tardo medioevo e il cui nome originale è Bacanàl del Gnoco.

Il Carnevale di Venezia è conosciuto per la bellezza dei costumi, lo sfarzo dei festeggiamenti nella magica atmosfera della Laguna e consta di diversi giorni fitti di manifestazioni di svariato tipo: mostre d'arte, sfilate di moda, spettacoli teatrali ecc.

Il Carnevale di Viareggio è uno dei più importanti e maggiormente apprezzati carnevali a livello internazionale. A caratterizzarlo sono i carri allegorici più o meno grandi che sfilano nelle domeniche fra gennaio e febbraio e sui quali troneggiano enormi caricature in cartapesta di uomini famosi nel campo della politica, della cultura o dello spettacolo, i cui tratti caratteristici, specialmente quelli somatici, vengono sottolineati con satira e ironia.

Lo Storico Carnevale di Ivrea, famoso per il suo momento culminante della Battaglia delle Arance, è invece considerato uno tra i più antichi e particolari al mondo[18], seguendo un cerimoniale più volte modificatosi nel corso dei secoli. L'intero carnevale ha il pregio di rappresentare, sotto forma di allegoria, la rivolta dei cittadini per la libertà dal tiranno della città, probabilmente raineri di Biandrate, ucciso dalla Mugnaia su cui si apprestava a esercitare lo jus primae noctis. Fu quell'evento a innescare la guerra civile rappresentata dalla battaglia tra il popolo e le truppe reali che viene rievocata durante il carnevale, dove le squadre di Aranceri a piedi (ossia il popolo) difendono le loro piazze dagli aranceri su carri (ossia l'esercito) a colpi di arance a rappresentare le frecce, mentre tra le vie della città sfila il corteo della Mugnaia che lancia dolci e regali alla popolazione.

Il Carnevale di Sciacca rinomato per la bellezza delle sue opere in cartapesta realizzate dai locali maestri ceramisti, è il carnevale più antico di Sicilia ,con origini che risalgono al periodo romano. Oggi è caratterizzato da sfilate di bellissimi carri allegorici che percorrono l'antico centro della città accompagnati da gruppi mascherati che danno vita a coreografie realizzate sulle note di musiche a tema. Tutto ciò rende questo carnevale uno tra i più affascinanti e divertenti.

La Puglia è la regione italiana con il maggior numero di manifestazioni abbinate alla lotteria nazionale del carnevale: il già citato Carnevale di Putignano, Carnevale di Massafra, Carnevale di Gallipoli, Carnevale Dauno a Manfredonia e il Carnevale Terranovese a Poggio Imperiale.

[modifica] Carnevale ambrosiano

Spilla di latta, con i ritratti di Meneghino e Cecca, la coppia tipica del Carnevale Ambrosiano, del Carnevalone 1885

Dove si osserva il rito ambrosiano, ovvero nella maggior parte delle chiese dell'arcidiocesi di Milano e in alcune delle diocesi vicine, la Quaresima inizia con la prima domenica di Quaresima; l'ultimo giorno di carnevale è il sabato, 4 giorni dopo rispetto al martedì in cui termina dove si osserva il rito romano.

La tradizione vuole che il vescovo sant'Ambrogio fosse impegnato in un pellegrinaggio e avesse annunciato il proprio ritorno per carnevale, per celebrare i primi riti della Quaresima in città. La popolazione di Milano lo aspettò prolungando il carnevale sino al suo arrivo, posticipando il rito delle Ceneri che nell'arcidiocesi milanese si svolge la prima domenica di Quaresima.

In realtà la differenza è dovuta al fatto che anticamente la Quaresima iniziava dappertutto di domenica, i giorni dal mercoledì delle Ceneri alla domenica successiva furono introdotti nel rito romano per portare a quaranta i giorni di digiuno effettivo, tenendo conto che le domeniche non erano mai stati giorni di digiuno.

Questo carnevale, presente con diverse tradizioni anche in altre parti dell'Italia, prende il nome di carnevalone.

[modifica] Per la Chiesa cattolica

Tradizionalmente nei paesi cattolici, il Carnevale ha inizio con la Domenica di Settuagesima (la prima delle nove che precedono la Settimana Santa secondo il calendario Gregoriano);[senza fonte] finisce il martedì precedente il Mercoledì delle Ceneri che segna l'inizio della Quaresima. Il momento culminante si ha dal Giovedì grasso fino al martedì, ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso). Questo periodo, essendo collegato con la Pasqua (festa mobile), non ha ricorrenza annuale fissa ma variabile. In realtà la Pasqua Cattolica può cadere dal 22 marzo al 25 aprile (Calcolo della Pasqua) e intercorrono 46 giorni tra il Mercoledì delle Ceneri e Pasqua. Ne deriva che in anni non bisestili Martedì grasso cade dal 3 febbraio al 9 marzo. Per questo motivo i principali eventi si concentrano in genere tra i mesi di febbraio e marzo.

Per la Chiesa cattolica il Tempo di Carnevale è detto anche Tempo di Settuagesima. Essa considera il Carnevale (Settuagesima) come un momento per riflettere e riconciliarsi con Dio. Si celebrano le Sante Quarantore (o carnevale sacro), che si concludono, con qualche ora di anticipo, la sera dell'ultima domenica di carnevale. La Chiesa cattolica ha però durante il corso della storia, condannato il Carnevale in quanto contrario ai dettami di rigore imposto dall'istituzione stessa. Secondo antiche tradizioni il Carnevale durava l'intero periodo invernale, dal giorno di commemorazione dei defunti sino al primo giorno di Quaresima e il travestimento serviva non a nascondere la propria identità sebbene a rimandarne a un'altra. L'antica tradizione riporta anche alla celebrazione del ricordo della Strage degli Innocenti allor quando un bambino nominato episcopellus esercitava il suo effimero potere semel in anno sino al giorno del 28 dicembre, dì indicato per il ricordo della strage di infanti ordinata da Erode.

[modifica] Carnevale Italiano: la Cerimonia

Il carnevale italiano è stato il tema portante della Cerimonia di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali tenutasi il 26 febbraio 2006 presso lo Stadio Olimpico di Torino (già Stadio Comunale). Uno show seguito da circa 800 milioni di telespettatori che ha visto protagoniste le maschere del Carnevale di Viareggio e le icone della tradizione italiana.

[modifica] Carnevali italiani

[modifica] Carnevali esteri

Monaco 1931, maschere di carnevale
2007 Carnevale di Recife

[modifica] Galleria fotografica

[modifica] Note

  1. ^ Universo, De Agostini, Novara, 1966, Vol.III, pag.113
  2. ^ Giovanni Lido, De mensibus, 4,49
  3. ^ Alfredo Cattabiani,Calendario , Oscar Mondadori, p. 145
  4. ^ Alfredo Cattabiani, Calendario, Oscar Mondadori, pag. 146-147
  5. ^ Eliade, Il Mito dell'Eterno Ritorno, op. cit., p. 69
  6. ^ Eliade, Il Mito dell'Eterno Ritorno, op. cit., p. 78
  7. ^ Eliade, Il Mito dell'Eterno Ritorno, op. cit., p. 91
  8. ^ Eliade, Trattato di Storia delle Religioni. La rigenerazione del tempo, pp. 362, ed. Universale Bollati Boringhieri, 2008
  9. ^ Eliade, Trattato di Storia delle Religioni. La rigenerazione del tempo, pp. 363, ed. Universale Bollati Boringhieri, 2008
  10. ^ Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni, ed. Universale Bollati Boringhieri, 2008, pag. 362
  11. ^ Il seppellimento del carnevale. James George Frazer, Il ramo d'oro , ed. Newton Compton, cap. XXVIII
  12. ^ Mircea Eliade,Trattato di Storia delle Religioni , ed. Universale Bollati Boringhieri, 2008, pag. 365
  13. ^ Frugoni Chiara, Medioevo sul naso, editori riuniti, 2001, p. 78-83
  14. ^ Vocabolario illustrato della Lingua Italiana di Giacomo Devoto e Giancarlo Oli
  15. ^ Dizionario Etimologico della Lingua Italiana di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, ed. Zanichelli.
  16. ^ http://www.sardegnacultura.it/grandieventi/carnevale/ovodda.html
  17. ^ http://www.carnevaledifoiano.it/
  18. ^ Frugoni Chiara, Medioevo sul naso, editori riuniti, 2001, p. 78

CARNEVALE ITALIANO http://www.carnevaleitaliano.it/ Tutti i Carnevali D'Italia

[modifica] Bibliografia

  • Claudio Corvino, Su le Maschere in Medioevo, De Agostini, II-III (2009).
  • Giovanni Ciappelli, Carnevale e Quaresima: comportamenti sociali e cultura a Firenze nel Cinquecento, Roma, Ed. Storia e Letteratura, 1997. ISBN 8890013877
  • Mario Colangeli, Anna Fraschetti, Carnevale: i luoghi, le maschere, i riti e i protagonisti di una pazza, inquietante festa popolare, Lato side, 1982.
  • Maria Chiabò, Federico Doglio (a cura di), Il Carnevale: dalla tradizione arcaica alla traduzione colta del Rinascimento, convegno di studi, Roma 31 maggio/4 giugno 1989, Centro studi sul teatro medievale e rinascimentale, Union Printing Editrice, 1990.
  • Alessandro Ademollo, Il carnevale di Roma nei secoli XVII e XVIII.: Appunti storici con note e documenti, A. Sommaruga, 1883.
  • Filippo Clementi, Il carnevale romano nelle cronache contemporanee: con illustrazioni riprodotte de stame e quari dell'epoca, Settii, 1899.
  • Mikhail Mikhaĭlovich Bakhtin, L'opera di Rabelais e la cultura populare: riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale, Einaudi, 1995. ISBN 88-06-13803-0
  • Mircea Eliade, Il Mito dell'Eterno Ritorno, Gallimard, 1969.
  • Mircea Eliade, Trattato di Storia delle Religioni, Universale Bollati Boringhieri, 2008.
  • Alfredo Cattabiani, Calendario , Oscar Mondadori, 2008.
  • James Frazer, Il Ramo d'oro, ed. Newton Compton.

[modifica] Voci correlate

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